Sal Picascia | Blog

disegno, fotografo, penso

Mezzi o fini? 23 marzo 2009

Filed under: mass media — salpicascia @ 11:43 am

In una osservazione di Umberto Galimberti,  tratta da Il segreto della domanda, il mondo non esiste:

[…]

“Il pericolo che io vedo non è tanto che la televisione faccia programmi inguardabili, quanto nel fatto che tutti guardano la televisione. E siccome non c’è mondo al di là della sua descrizione, la televisione non è un “mezzo” che rende pubblici dei fatti, ma la pubblicità che concede diventa il “fine” per cui i fatti accadono. L’informazione cessa di essere un “resoconto” per tradursi in una vera e propria “costruzione” dei fatti, e questo non nel senso che molti fatti del mondo non avrebbero rilevanza se i media non ce li proponessero, ma perché un enorme numero di azioni non verrebbero compiute se i mezzi di comunicazione non ne dessero notizia. Oggi il mondo accade perché lo si comunica, e il mondo comunicato è l’unico che abitiamo.”

e più avanti:

[…]

“Naturalmente “guardare” è più facile che “leggere”, e quindi, cari lettori, apprestiamoci a essere sempre più rari e, in questo mondo mediatico, anche un po’ strani. L’ homo sapiens, capace di decodificare segni ed elaborare concetti astratti, è sul punto di essere soppiantato dall’ homo videns, che non è portatore di un pensiero, ma fruitore di immagini, con conseguente impoverimento del capire, dovuto, come scrive Giovanni Sartori in “Homo videns. Televisione e postpensiero”, all’incremento del consumo di televisione. E, come è noto, una moltitudine che “non capisce” è il bene più prezioso di cui può disporre chi ha interesse a manipolare le folle.

 

Precarietà 21 marzo 2009

Filed under: Le Città (invisibili) — salpicascia @ 4:25 PM

ottavia - le città invisibili - I. calvino

OTTAVIA

Se volete credermi, bene. Ora dirò come è fatta Ottavia, città – ragnatela. C’è un precipizio in mezzo a due montagne scoscese: la città è sul vuoto, legata alle due creste con funi e catene e passerelle. Si cammina sulle traversine di legno, attenti a non mettere il piede negli intervalli, o ci si aggrappa alle maglie di canapa. Sotto non c’è niente per centinaia e centinaia di metri: qualche nuvola scorre; s’intravede più in basso il fondo del burrone. Questa è la base della città: una rete che serve da passaggio e da sostegno. Tutto il resto, invece d’elevarsi sopra, sta appeso sotto: scale di corda, amache, case fatte a sacco, attaccapanni, terrazzi come navicelle, otri d’acqua, becchi del gas, girarrosti, cesti appesi a spaghi, montacarichi, docce, trapezi e anelli per i giochi, teleferiche, lampadari, vasi con piante dal fogliame pendulo. Sospesa sull’abisso, la vita degli abitanti d’Ottavia è meno incerta che in altre città. Sanno che più di tanto la rete non regge.

ITALO CALVINO
Da: Le Citta’ invisibili

 

Caro blog, 20 marzo 2009

Filed under: niente di personale — salpicascia @ 10:44 am
cario diario, caro blog

caro diario, caro blog

Sono nato nel 1970, ho conosciuto internet quando cominciava a diffondersi su larga scala, quando alle riviste erano allegati Cd-Rom con account di connessione gratuita, chi si ricorda? Poi siamo cresciuti insieme, almeno lui di sicuro.

Si ma perchè un blog  (evoluzione del vecchio diario)?

Non ho mai tenuto un diario durante la mia adolescenza. Non ho mai sentito la necessità di scrivere qualcosa di nascosto sperando che qualcuno lo leggesse. Ho sempre voluto raccontare quello che pensavo, direttamente, qualunque cosa fosse, per condividerlo, per poterne parlare, per confrontarmi. Ma alcune cose si tengono per se.

I nuovi diari digitali, che di negativo hanno l’evanescenza immateriale dei rapporti umani, consentono di allargare la cerchia di amici con cui confrontarsi. Oggi siamo rapiti dal tempo. casa-spostamenti-lavoro-spostamenti-casa. Un ciclo che dura una vita intera e che non ci lascia il tempo per pensare, ci toglie il tempo per parlare di cose “inutili”, di quegli argomenti “non-necessari” al profitto di cui sentiamo il bisogno. Ed è proprio da questo bisogno che nascono i blog,  i social-network; questi nuovi mezzi ci consentono di ripristinare almeno in parte il nostro istinto alla socialità (virtuale)

Per me il web è stato dapprima la navigazione in lungo e in largo e la sensazione di poter conoscere tutto. Poi con le chat, le mail, i domini, gli upload e i download ho avuto la sensazione di riuscire a condividere tutto con tutti. Ora con il diari (blogs) mi viene voglia di scrivere tutto il mio privato a tutti.

Bloggo ergo sum?

😉